Avevo notato nei dischi di Miles Davis che i brani che fungevano da veicolo alle improvvisazioni del famoso trombettista erano quasi sempre gli stessi. Con faciloneria avevo pensato ad un'esigenza commerciale: ti obblighi a fare tante incisioni in un tempo cosi limitato che l'unica cosa che puoi fare è pubblicare i tuoi vari scavi ad uno stesso standard. In realtà quando si è attenti osservatori dei propri mezzi espressivi (padroni lo sono gli artigiani, sia pure di lusso) come Miles e, come lui, si accettano umilmente i propri errori e tutta quella impoesia necessaria - forse nel jazz più¹ che in qualsiasi altra forma d'arte - per giungere alla più¹ pura folgorazione poetica, si ha bisogno di sentire propria ogni intima essenza del tema trattato. Da qui si giunge alla minimizzazione armonica operata da John Coltrane, e meno drasticamemnte, alla fortuna di strade armoniche, diciamo naturali che permettano al solista di rovesciare fuori tutto quello che gli pare, a cominciare dall'umiliazione di chiedere di essere ascoltato.
E' evidente che uguale via ha seguito Orazio Converso in queste sue cascate a terra. E' ancora evidente che non e' un artista che informa. Anzi e' forse l'uomo caro a Lang che tenta le corde di una chitarra con la punta spezzata di una lama di coltello per plettro: ma non credeteci troppo. Comunque sia, i suoi assoli hanno la tensione tipica del viaggio jazzistico. Una tensione che sfocia forse in note di riposo, forse in improvvise ricapitolazioni. in riaccapo brucianti che possono far storcere il naso: ".. Human kind / canot bear very much reality. " Ma ugualmente tensione. emozione: caratteristica immutabile dell'arte dell'improvvisazione. Ripetendo, faccio notare che ho citato il poeta dell'impersonalità : esattamente la concezione poetica opposta a quella a cui tende Orazio Converso. Nell'arte di fatto tutto cio' che viene stabilito come essenza poetica, come regola. fa si che divenga artista - magari innovatore - il primo che usi i moduli opposti. E così sia.. ..
Due (e non più¹ di due) parole sullo stile o sul non-stile delle Improwisazioni di Orazio Converso.
[ N i n o De Rose '67]
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