E cosa vuol dire, poi, di questi tempi? Vuoi dire di queste settimane, di questi mesi, anni, decenni,secoli? Fate voi: di questi tempi e’ un presente allegorico.
figura retorica per mezzo della quale l’autore esprime e il lettore ravvisa un significato riposto, diverso da quello letterale, ed e’ una veritate ascosa sotto bella mensogna (Dante)
Resta inteso che a noi pare scrittore degno di nota soltanto chi e’ capace di significare, in piccolo o in grande, la condizione emotiva e mentale dell’oggi incombente. La condizione reale, effettuale, e quella possibile. Nella categoria del possibile si muove la liberta’ dello scrittore,
Universi rovinosi possono essere raccontati con grandissima calma. L’ironia puo farci partecipare nello stesso istante, nella stessa frase, al tragico e al comico.
Non si puo’ raccontare il parossismo col parossismo, la catastrofe con la catastrofe.
Bisogna introdurre nella scrittura la forma ipotetica dell’allegoria, la quale consente di ”straniare”, di prendere le distanze (per vedere meglio). Bisogna lasciar credere che ci s’impiglia nell’assurdo, nell’incongruo, nei parossismi fittizi dell’immaginario; come accade generalmente agli umoristi, che si contentano di tali effetti.
Bisogna avere l’aria di non dire niente (niente di reale), mentre si sta facendo il possibile proprio di dire le cose come stanno.
Nella scrittura letteraria, l’ironia non e’ una occasionale figura retorica; e’ una forma squisitamente allegorica, che pervade l’intero testo, sia esso fulmineo come un aforisma o lungo come un romanzo.L’ironia che si espande nei luoghi comuni del linguaggio e li rivoltola e li trascina verso precipizi del senso o imprevedibili squarci di bellezza malinconica; assistere a questo strano processo: i luoghi comuni del linguaggio che diventano poesia, godimento, tracce esistenziali di un mistero buffo che si svolge inarrestabile nella mente.
Nessun commento:
Posta un commento