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Ritrattando

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La scuola in controfigura a Canossa (1982)

Agli studenti che lasci

“E’ citazione , ormai , non più eccitazione di mattina presto!

Perdonate, quindi, agli odierni maestri di sapere concedete
la mediocrità del lavoro quotidiano
strappatevi la testa e gettatela in giardino
dietro ai cipressi
dimenticate voi stessi
scomparite nelle classi
e andate in controfigura a Canossa.

Non ho nulla da dirvi, mi dispiace :

E’ vero
il potere che non c’era s’è disperso,
quel po’ di sapere che ci era utile
e che conserviamo; la saggezza mite
del “ volemose bene”
e, vi dico , ancora in bocca
un sapore impossibile di libertà”

[1983] IL POETA DI SUCCESSO


IL POETA DI SUCCESSO
(1983)

Gli chiedevano
sempre, tra gli applausi,
l'abisso.

[1984] La differenza


La differenza
(1984)




Fatte le debite diffidenze
"vive la difference"
tra moi e toi
Fatte l'una per l' altro
e l'una o l'altro per me
pari sono
                                 -: e uno, così, é alla metà
             dell' altro, no?













[1984] Non c'è due senza te



Non c'è due senza te
(1984)





Non c' é due senza te,non c' é due senza te
ripete cieco l'amore

Non c'é due senza tre, non c'é due senza tre
urlano vetrine collane marciapiedi
















[1981] Windsurf






Windsurf
(1981)




chissà perchè
wind surf per la campagna
    a miliardi
     alberi a ripetizione
( i cipressi che a Bolgheri )
     gallerie di ritratti
               ancora
videogames sentimentali
     fatti in fretta
s'ingolfano sulla superstrada
se per caso un autista
      
contro tempo
cita Beckett amato
      
e piange stupito
nel versare il latte
     alle 7 del mattino
con la vita davanti
ed un camion
dietro


] Mirrors


IL FASCINO DISCRETO DELLA BORGHESIA] open/closed

Le piacciono le storie senza fine
le storie extramoderne, fini e delicate
che ci fanno morire dal piacere
Non ama le fini liete senza storia
senza fatalità e senza stile
- non vuole morire senza storie
solo per questa storia a lieto fine.


[1985] Rebus



Rebus
(1985)



Non essere secondo a nessuno,
primo dovere dell'attore
diviene indispensabile in amore.

Fuori i secondi battono le ore
se m'addormento per dimenticare
il terzo escluso.

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[1984] Ciclone


Ciclone
(1984)








1.
chi
lascia
il tempo che trova
e
prende
quello che va
urla: "non pagare"!
e i cocci sono i suoi.
2.
lascia il tempo che trova
e prende quello che va,
ma ogni lasciata e' persa.






[1985] Sfidarsi è bene ma

Sfidarsi è bene ma
(1985)



Sfidarsi é bene
per cercare
il meglio
sfidare il
vento
sul mare d'inverno

ma nell'acqua gelida
non c' é verso che tenga!
- se citato a fondo.









Com’e’ la vita di questi tempi?

Com’e’ la vita di questi tempi? Un parossismo di catastrofi.
E cosa vuol dire, poi, di questi tempi? Vuoi dire di queste settimane, di questi mesi, anni, decenni,secoli? Fate voi: di questi tempi e’ un presente allegorico. 

figura retorica per mezzo della quale l’autore esprime e il lettore ravvisa un significato riposto, diverso da quello letterale, ed e’ una veritate ascosa sotto bella mensogna (Dante) 

Resta inteso che a noi pare scrittore degno di nota soltanto chi e’ capace di significare, in piccolo o in grande, la condizione emotiva e mentale dell’oggi incombente. La condizione reale, effettuale, e quella possibile. Nella categoria del possibile si muove la liberta’ dello scrittore,
Universi rovinosi possono essere raccontati con grandissima calma. L’ironia puo farci partecipare nello stesso istante, nella stessa frase, al tragico e al comico.
Non si puo’ raccontare il parossismo col parossismo, la catastrofe con la catastrofe.
Bisogna introdurre nella scrittura la forma ipotetica dell’allegoria, la quale consente di ”straniare”, di prendere le distanze (per vedere meglio). Bisogna lasciar credere che ci s’impiglia nell’assurdo, nell’incongruo, nei parossismi fittizi dell’immaginario; come accade generalmente agli umoristi, che si contentano di tali effetti.
Bisogna avere l’aria di non dire niente (niente di reale), mentre si sta facendo il possibile proprio di dire le cose come stanno. 
Nella scrittura letteraria, l’ironia non e’ una occasionale figura retorica; e’ una forma squisitamente allegorica, che pervade l’intero testo, sia esso fulmineo come un aforisma o lungo come un romanzo.
L’ironia che si espande nei luoghi comuni del linguaggio e li rivoltola e li trascina verso precipizi del senso o imprevedibili squarci di bellezza malinconica; assistere a questo strano processo: i luoghi comuni del linguaggio che diventano poesia, godimento, tracce esistenziali di un mistero buffo che si svolge inarrestabile nella mente.

[1984] Dare la mano

                Dammi una mano
man mano che le cose ci riguardano
                    che se alla fine
                la mano che mi dai
e quella che di solito ci prendono le cose
    ci vengono sottratte e poi restituite
                                una in tasca
                                    la tua
                                        in evidenza
                passati i novanta giorni dovuti
                    si fotografano scheletri
                        di donne nervose
                    acchittati negli armadi.

Inganno per i Maestri (di Realtà)

Molestamente a parte
non ho molto da dubitare
Le parole mi crescono sane
dentro non c'è sforzo per questo


Se accade che quando esco
non ho coscienza
Ho amici che son relativi
magari soltanto per me


Cresco per delicatezza
Ammiro il bello
Ho orrore genuino della morte
ma questo non mi vieta
se m'adduggia
Di lamentare


Spendo qualche soldo
di spiccioli lirici

Mi hanno inventato i soldi
per distruggerli

Ed io li pago - monete uguali
con immagini diverse


E non credo più nell'amore!
aggiungici.






(Inganno per i Maestri, Poesia 
dell'improvvisazione, Roma)

Ormai di laurearsi è giunta l'ora

O cara amica ci vedremo ancora
che sempre nel mio cuore tu rimani

...
ormai di laurearsi è giunta l'ora..!
ma promette un'incontro per domani

O cara amica addio senza parole
senza versare lacrime o sorridere

finire non è nuovo sotto il sole
ma più nuovo non è nemmeno
riderne.


2011


      O caro amico, ci vedremo ancora,
      ché sempre nel mio cuore tu rimani.
      Ormai di separarsi è giunta l'ora,
      ma promette un incontro per domani.

5    O caro amico addio, senza parole,
      senza versare lacrime o sorridere.
      Morire non è nuovo sotto il sole,
      ma più nuovo non è nemmeno vivere.

      [da Il fiore del verso russo, Oscar Mondadori, Milano 1968]

Poesia dell'improvvisazione

Avevo notato nei dischi di Miles Davis che i brani che fungevano da veicolo alle improvvisazioni del famoso trombettista erano quasi sempre gli stessi. Con faciloneria avevo pensato ad un'esigenza commerciale: ti obblighi a fare tante incisioni in un tempo cosi limitato che l'unica cosa che puoi fare è pubblicare i tuoi vari scavi ad uno stesso standard. In realtà  quando si è attenti osservatori dei propri mezzi espressivi (padroni lo sono gli artigiani, sia pure di lusso) come Miles e, come lui, si accettano umilmente i propri errori e tutta quella impoesia necessaria - forse nel jazz più¹ che in qualsiasi altra forma d'arte - per giungere alla più¹ pura folgorazione poetica, si ha bisogno di sentire propria ogni intima essenza del tema trattato. Da qui si giunge alla minimizzazione armonica operata da John Coltrane, e meno drasticamemnte, alla fortuna di strade armoniche, diciamo naturali che permettano al solista di rovesciare fuori tutto quello che gli pare, a cominciare dall'umiliazione di chiedere di essere ascoltato.

E' evidente che uguale via ha seguito Orazio Converso in queste sue cascate a terra. E' ancora evidente che non e' un artista che informa. Anzi e' forse l'uomo caro a Lang che tenta le corde di una chitarra con la punta spezzata di una lama di coltello per plettro: ma non credeteci troppo. Comunque sia, i suoi assoli hanno la tensione tipica del viaggio jazzistico. Una tensione che sfocia forse in note di riposo, forse in improvvise ricapitolazioni. in riaccapo brucianti che possono far storcere il naso: ".. Human kind / canot bear very much reality. " Ma ugualmente tensione. emozione: caratteristica immutabile dell'arte dell'improvvisazione. Ripetendo, faccio notare che ho citato il poeta dell'impersonalità : esattamente la concezione poetica opposta a quella a cui tende Orazio Converso. Nell'arte di fatto tutto cio' che viene stabilito come essenza poetica, come regola. fa si che divenga artista - magari innovatore - il primo che usi i moduli opposti. E così sia.. .. 

Due (e non più¹ di due) parole sullo stile o sul non-stile delle Improwisazioni di Orazio Converso.
 [ N i n o De Rose  
'67]


matematica sentimentale


                                        poesie dell'adolescente maturo
Io ti voglio
Tu non mi vuoi
Io ti dico che ti voglio
Tu non dici che non mi vuoi
Io sono un ingenuo
Tu sei una calcolatrice

Ebbene, questi versi dell'editor ventenne, sono pura matematica sentimentale, algebra applicata all'esistenza dolente della scrittura del mondo. Se la combinatoria non si vede è perchè forse non si bada al dramma mentre si calcola il ritmo e si batte il piede sull'economia. Provate a non considerare la meschinità dell'io narrante, l'opacità etica dell'essere desiderante, tralasciate di pensare al genere femminile come si rappresenta - considerate questa macchina per quello che è, una schiacciasassi con bitumatrice, e i segni per terra della circolazione auto-mobilista.

[1981] RITRATTO IN VERSI

RITRATTO IN VERSI
[1981]

Ritratto in versi promesse e baci
Ritratto tutto
non tratto
la resa
non verso lacrime di Cocco Bill
Ritratti baci bici
Ritratti me peggio che 'pria' col tratto
magico
della tua bic.